mercoledì 5 marzo 2014

“PUCCINI...RITRATTI DA CAMERA” 2013

- Puccini Ritratti da Camera -


spettacolo di Alessandro Tampieri

anteprima nazionale, nelle celebrazioni per i 250 anni del Teatro 1763


”Teatro 1763" Villa Aldrovandi Mazzacorati BOLOGNA

settembre 2013


soprano: SCILLA CRISTIANO
tenore: V. Reutov
Attore: A. Tampieri
Pianoforte: M° R. NemoIa

regia A. Tampieri

introduce Prof. Piero Mioli
ospite d'onore il soprano Wilma Vernocchi


Drammaturgia musicale di e con Alessandro Tampieri e la partecipazione di Scilla Cristiano (soprano), Vladimir Reutov (tenore), Renata NemoIa (pianoforte). Regia di Alessandro Tampieri. Rassegna "I maestri dell’Opera". Domenica 29 settembre 2013,”Teatro 1763” di Villa Aldrovandi Mazzacorati, Bologna – Nel quadro delle celebrazioni per i 250 anni del Teatro. A cura dell’Associazione Cultura e Arte del ‘700.

“Non ho un amico/mi sento solo,/anche la musica/triste mi fa./Quando la morte/verrà a trovarmi/sarò felice/di riposarmi./Oh com’è dura/la vita mia!/Eppur a molti/sembro felice./Ma i miei successi?/Passano...e resta/ben poca cosa./Son cose effimere:/la vita corre/va verso il baratro./Chi vive giovane/si gode il mondo,/ma chi s’accorge/di tutto questo?/Passa veloce/la giovinezza/e l’occhio scruta/l’eternità”.
( versi di Giacomo Puccini, 3 marzo 1923, ritrovati dopo la sua morte; cit. in Rodoni)

La giovinezza non ha che una stagione, quella della sua stessa esistenza, che trascolora e-irrimediabilmente passata-vive nel ricordo struggente. Così sembra dire Puccini ed è un diffuso pensiero culturale ma pure e fors’anche più interiore, nel crepuscolo di un ottimistico e fiducioso XIX secolo e nel passaggio ad altro, che si rivelerà essere ben presto la fine di molte illusioni di progresso e felicità.
Ma l’arte può riscattare e tende per sua stessa natura verso l’infinito, recupera, risana e addirittura giustifica il dolore. Ecco allora che l’inquietudine di una vita è addolcita nel fare poetico. Per tutta la sua esistenza, il musicista lucchese segnò i propri giorni terreni con una magnifica oscillazione di sentimenti, chiaroscuri più tendenti-al vero-per quelle brume lacustri che tanto lo attiravano, in una terra-quella toscana-che, a ben guardarla, allora come oggi, è davvero tutta “pucciniana”: sinuosità collinari, tramonti fiammeggianti, silenzi rotti da rumori naturali. E basterà osservare queste linee e colori di un paesaggio tanto particolare, per udire-inevitabile-la melanconica e femminea melodia del Nostro.
Artista di prima grandezza saldamente considerato ormai come l’ultimo celebrato ed amato operista di una secolare tradizione nel genere, è oggi egli molto vicino alla nostra sensibilità e gusto, anche da un punto di vista strettamente musicale, se ci si sofferma a considerare l’accuratezza compositiva dei suoi melodrammi.
Non minore è l’interesse, l’importanza e fattore caratteristico, la di lui inclinazione costante all’esclusività per il “teatro”, quale crogiuolo di sentimenti, sulle tavole e nella polvere della scena, oltre al sipario che s’alza e poi cala, fragile barriera tra la realtà del pubblico ed il sogno dell’attore.


E poi l’uomo: con le sue paure, i suoi desideri, le sue incertezze, i vizi e i vezzi, come ogni mortale.

In questi materiali di vita ed arte, che caratterizzano la figura di Giacomo Puccini, su questi e con essi, si dipana per meno di un’ora la lieve drammaturgia musicale che Alessandro Tampieri ha costruito, minuziosamente attingendo alla biografia del musicista con occhio attento alla critica esistente su di lui.
Ne esce una serie di brevi ma intensi quadretti cameristici, ove non il “vero” Puccini ma una sorta di alter-ego narrante, rileva i momenti e i passaggi della sua esistenza, muovendosi tra luci ed ombre, suoni e melodie, silenzi, oscurità, a sfogliare vecchie fotografie in seppia.
Non a caso le musiche pucciniane scelte per l’intero arco dello spettacolo non attingono-con felice intuito-al repertorio operistico del musicista, ma alle arie-romanze da camera che sono, di fatto, rinvii alla vita tanto dell’uomo quanto dell’artista Puccini, ed anche e però alla produzione maggiore, quella, si intende, delle grandi creazioni liriche.
Un breve, sintetico, ma al tempo stesso completo viaggio nell’universo del Maestro, ove non manca né la nostalgia, né il racconto divertito e costanti sono la precisione e il nitore esplicativo.
Hanno felicemente condotto l’autore, interprete principale e regista quali artefici del racconto, Renata NemoIa, per la parte pianistica affettuosamente intrecciata con puntualità nell’eloquio di scena e i cantanti Vladimir Reutov, vocalmente limpido e generoso e soprattutto Scilla Cristiano, che unisce una lucente voce ad una fine tecnica e sicura musicalità.
Presentato nel quadro delle celebrazioni per i 250 anni del “Teatro 1763” della Villa Aldrovandi Mazzacorati di Bologna, un delizioso teatro coevo al Comunale, dall’Associazione Cultura ed Arte del ‘700, lo spettacolo (nell’attesa di una circuitazione sul territorio nazionale ed oltre), si è in questa prima circostanza, avvalso di una puntuale introduzione di Piero Mioli, musicologo e docente al Conservatorio “Martini” di Bologna, ed ha contato pure sulla presenza del soprano Wilma Vernocchi, conosciuta interprete pucciniana, che ha ricordato momenti della sua carriera proprio come cantante di opere del musicista lucchese.
Successo pieno e cordiale.
C, 2013, Antonio Gian Paolo Garganese

Trailer Puccini ritratti da Camera:
 
 

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DI "Puccini Ritratti da Camera"


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