giovedì 20 marzo 2014

"CONCERTO - IL VIAGGIO DI DANTE NEL MELODRAMMA" - 2010

- Concerto, Il viaggio di Dante nel Melodramma -

Spettacolo di Alessandro Tampieri

Brani tratti dall’opera del Sommo Poeta recitati ed intercalati dall’ esecuzione di Arie d’ Opera e Composizioni Vocali da Camera

 

Circolo Culturale Lirico.  Bologna

*Oratorio di San Filippo Neri. Bologna

Marzo 2010

*Dicembre 2010 

 

Soprano: SCILLA CRISTIANO
Tenore: P. Bartolucci
Baritono: M. Leoni
Attore: A. Tampieri
Pianoforte: R. Nemo
Ia
Presenta: F. Frascari


Dante all’Opera, Il viaggio di Dante nel Melodramma
La parola di Dante e il repertorio dell’opera lirica rappresentano in tutto il mondo l’eccellenza della produzione italiana. Un patrimonio artistico che nelle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia diventa ancora più attuale e prezioso. A testimonianza di come il nostro paese dalla tradizione politica relativamente giovane, affondi le proprie radici in un tesoro storico e culturale d’immensa portata.
Un omaggio a Dante Alighieri, non solo come uno dei padri della nostra lingua e letteratura, ma come un’inestinguibile fonte d’ispirazione che nei secoli ha alimentato indistintamente tutte le forme d’arte. Da qui l’idea di un viaggio che dal cuore della poesia arrivi ai capolavori della musica, per esplorare come il melodramma abbia attinto alle pagine del sommo poeta, rielaborandone linguaggi e contenuti.
La prima parte del programma ripercorre il legame tra i più celebri protagonisti della Divina Commedia e quelli dell’opera lirica, portando in scena personaggi che si misurano con la teatralità e la forza della parola epica. Il tragico amore fra Paolo e Francesca riecheggia nel trepido ardore di Giulietta e nel vergognoso pianto dell’Edgar pucciniano, la sete di conoscenza guida insieme il viaggio di Ulisse e quello di Vasco De Gama. La dolorosa vicenda del Conte Ugolino rivive nella morte dei figli di Macduff e nel tradimento politico di Rodrigo. Così come l’ultima preghiera di Desdemona si unisce alle parole che San Bernardo rivolge alla Vergine.
La seconda parte è invece dedicata alla poesia lirica che nata con lo Stilnovo è giunta fino ai nostri giorni. Perciò lo spunto di alternare i sonetti della Vita Nova e delle Rime alle arie da camera di autori del periodo tardo-romantico quali Brogi, Tosti, Catalani, Arditi, Gastaldon, che fanno dell’amore il protagonista assoluto. Dall’emozione del primo incontro alla perdita della donna amata, ne vengono descritti i diversi momenti e stati d’animo, con un percorso per così dire a parabola. Volutamente costruito a recital, gli interpreti si passano la parola da un leggio all’altro, come se versi e musica altro non fossero che gli elementi di un’unica dichiarazione d’amore.
In alto da dx il soprano Scilla Cristiano, il tenore Paolo Bartolucci,
la pianista Renata NemoIa, l’attore e regista Alessandro Tampieri e 
il baritono Maurizio Leoni.







"STABAT MATER" - 2010

- Stabat Mater -

Stabat Mater composizione sacra di G.B. Pergolesi.


Bologna, biblioteca storica, Basilica di San Francesco.

Settembre 2010



Soprano: SCILLA CRISTIANO
Mezzosoprano; Ilaria Sacchi
Orchestra da camera G.B. Martini
Direttore: M° Roberto Molinelli



STABAT MATER per la rassegna autunnale Musica in Basilica «Stabat Mater» di G. B. Pergolesi, con Scilla Cristiano soprano, Ilaria Sacchi mezzosoprano, e l' Orchestra da Camera G. B. Martini diretta da Roberto Molinelli.

La composizione dello Stabat Mater fu commissionata a Pergolesi nel 1735 (a qualche mese dalla morte), dalla laica confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo, per officiare alla liturgia della Settimana Santa. Essa avrebbe dovuto sostituire la precedente versione di Alessandro Scarlatti, commissionata dalla medesima confraternita vent'anni prima.






Nel Video si possono ascoltare due arie dello Stabat Mater

1)Aria per soprano "Cujus animam gementem"

2) Aria per soprano "Vidit suum dulcem natum"


domenica 16 marzo 2014

"DON GIOVANNI" - 2012

- Don Giovanni -

Melodramma giocoso in due atti di W. A. Mozart

Libretto di L. Da Ponte


Teatro Superga di Nichelino

Maggio 2012


Zerlina: SCILLA CRISTIANO
Don Giovanni: Donato Di Gioia
Donna Anna: Mitsuko Mori
Don Ottavio: Stefano Osbat
Il Commendatore Kotetsu Kazuhiro
Donna Elvira: Chiara Chialli
Leporello: Claudio Ottino
Masetto: Davide Mura

Coro dell’Opera di Parma

Maestro del Coro Emiliano Esposito
Orchestra Sinfonica Cantieri d’Arte
Direttore: M° Stefano Giaroli
Regia: Pierluigi Cassano


Con una bella rappresentazione del Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart è terminata la 11ª Stagione lirica del Teatro Superga. Un cast vocale affiatato, equilibrato e la bacchetta esperta di Stefano Giaroli hanno dato vita a una riuscitissima esecuzione del capolavoro mozartiano.
Donato Di Gioia, baritono dalla voce chiara e di bel timbro, è stato un efficace protagonista; con un’ottima dizione è stato perfetto nei recitativi; disinvolto e credibilissimo in scena, trascinante nella difficile aria dello champagne.  Accanto a lui l’ottimo Leporello di Claudio Ottino, già apprezzatissimo Dandini nella Cenerentola di due anni fa. Chiara Chialli è stata una strepitosa Donna Elvira, applauditissima dall’aria di apertura sino al termine dell’opera. Efficace Donna Anna il soprano giapponese Mitsuko Mori, Scilla Cristiano, che era stata una spigliatissima Norina nel Don Pasquale che aveva aperto la stagione, ha interpretato con eguale verve Zerlina. La bellissima voce di Stefano Osbat ha dato vita a Don Ottavio, mentre il simpaticissimo Davide Mura è stato Masetto. Kotetsu Kazuhiro è stato un Commendatore dalla voce profonda e ben timbrata. Compagnia di altissimo livello in cui ognuno è riuscito a dare il meglio di sé. L’Orchestra Sinfonica dei Cantieri d’Arte era in gran forma e Stefano Giaroli, presenza assidua al Teatro Superga, ha dato un’ulteriore prova della sua  professionalità. Da citare ancora il Coro dell’Opera di Parma diretto da Emiliano Esposito.


"DON PASQUALE" - 2011

- Don Pasquale -

Don Pasquale è un'opera buffa in tre atti di G Donizetti.

libretto di M. Accursi


Teatro Superga di Nichelino

Novembre 2011


Norina: SCILLA CRISTIANO
Don Pasquale: Romano Franceschetto
Malatesta: Filippo Bettoschi
Ernesto: Riccardo Mirabelli

Orchestra Sinfonica Cantieri d’Arte
direttore M° Marco Dallara
regista: Maura Ippoliti





 L’edizione proposta è della Compagnia “Fantasia in re” che in questa Stagione avrà una proficua collaborazione col Teatro Superga portando altri allestimenti. Allestimento nel solco della tradizione, anche se l’ambientazione del I quadro all’esterno di un bar richiamava la produzione di Slater vista al Teatro di Ginevra. Soluzioni intelligenti per accelerare i cambi di scena senza interrompere lo spettacolo. Una regia, curata da Maura Ippoliti, che non esagerava gli aspetti “buffi” dando la giusta connotazione di commedia borghese all’opera. Nel cast vocale svettava la Norina spiritosa e spigliata della giovane Scilla Cristiano,soprano bolognese di ottima scuola (Banditelli, Matteuzzi, Desderi, D’Arcangelo…) e vincitrice di numerosi concorsi internazionali. Accanto a lei l’Ernesto di Ricardo Mirabelli, tenore argentino, che ha studiato con Luigi Alva e Rockwell Blake e che da più di vent’anni calca i palcoscenici intenazionali affrontando ruoli mozartiani e rossiniani. Don Pasquale era Romano Franceschetto, baritono fidentino che proprio nel Don Pasquale debuttò nel 1992 e che si è specializzato nei ruoli di “buffo”. Mantiene la giusta misura senza calcare gli aspetti buffi e sa rendere umano e patetico il personaggio. Malatesta era il simpatico Filippo Bettoschi, giovane baritono specializzato nel repertorio buffo. Completava il cast Giacomo Gandaglia nel ruolo del Notaio. Ottimo il Coro dell’Opera di Parma sotto la guida di Emiliano Esposito e, come sempre, di alto livello l’Orchestra Sinfonica Cantieri d’Arte sotto la bacchetta esperta di Marco Dallara.








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venerdì 14 marzo 2014

"ZAIDE O LA CHIAVE DELL'ILLUSIONE" 2006

- Zaide o la Chiave dell'Illusione -


In prima esecuzione assoluta

E' una pièce teatrale-musicale in omaggio a W.A. Mozart, che prende ispirazione dall'opera di Mozart, nasce da un'idea di Maria Paola Viano, composta da Carlo Galante su libretto di Giuliana Olivero

Castello dei Principi d'Acaja Fossano (CN)

settembre 2006

personaggi
Zaide: SCILLA CRISTIANO
Signor Mozart: Silvia Regazzo
Soliman, Allazim e la Cameriera: Gennaro Cannavacciuolo

Osmin Ensemble Strumentale
Maestro collaboratore Massimiliano Genot
Assistente allestimento scenico Daniela Dellagiovanna
 

Ensamble strumentale del conservatorio di musica G.F. Ghedini di Cuneo 

Allestimento scenico Lucia Goj Direzione musicale Nicoletta Conti
Soggetto e regia Maria Paola Viano


“... così come l’interessante Zaide di Scilla Cristiano dall’intensa vocalità e dall’attenta sensibilità musicale e teatrale...” (Silvia Campana - L’Opera, Ottobre 2006)


Il Signor Mozart è un clone specializzato nella programmazione, costretto a lavorare per la multinazionale di Soliman a un nuovo videogioco interattivo che quest'ultimo vuole lanciare sul mercato. Zaide (SCILLA CRISTIANO) è la donna virtuale fatta creare da Soliman per esserne la protagonista. Si è ancora in una fase sperimentale: il videogioco prevede che Zaide interagisca con chi gioca, quindi potrà apparire e comportarsi in modo diverso a seconda dei giocatori. Il Signor Mozart, anziché limitarsi a formulare gli algoritmi necessari al videogioco, cerca segretamente uno strano codice in una stringa di note, ricerca che si trasforma ben presto in ossessione.
Viene minacciato da Soliman, che poi impone ad Allazim, altro clone più anziano anche lui al suo servizio, di costringerlo a tornare al proprio lavoro. Intanto, dal misterioso codice musicale - la "chiave" - il Signor Mozart fa apparire Zaide. Allazim gli spiega che deve assolutamente desistere: Zaide è un brevetto di Soliman, l'ha fatta programmare per il videogioco a sua immagine e somiglianza, è la sua creatura femminile ideale, e gli renderà molto denaro. Gli dice che lui, il Signor Mozart, non è altro che un clone, programmato per una precisa funzione, e come tale non può ribellarsi. Ma ormai il Signor Mozart considera Zaide una propria creazione, della quale si è, inevitabilmente, innamorato. Allazim e la
stessa Zaide lo avvertono che da lì in avanti la realtà si farà per lui sempre più confusa, e una volta entrato nel videogioco rischierà di non poterne più uscire.
Come il protagonista, anche il testo è replicante, e amalgama più registri in un gioco citazionistico. Fra parodia, kitsch e travestitismo, in un'ibridazione che rimanda a vari cliché mozartiani, la vicenda si snoda in uno scenario via via più grottesco, fino a un epilogo all'insegna del paradossale, per un lavoro che si connota soprattutto come una riflessione sull'atto creativo dell'artista.
“...così come l’interessante Zaide di Scilla Cristiano dall’intensa vocalità e dall’attenta sensibilità musicale e teatrale...” di Silvia Campana (L’Opera, Ottobre 2006)  

Si tratta di una produzione inedita, frutto del lavoro collettivo di un gruppo di artisti, che nel genio di Mozart hanno individuato alcuni elementi riproponibili in un contesto attuale e visionario.
La musica trae origine da un'aria dell'opera mozartiana originale: il materiale musicale di questa bellissima aria, continuamente variato, disegna il personaggio di Zaide, ma in maniera più o meno palese suggestiona l'intera partitura. Il "sound" orchestrale è però decisamente contemporaneo: oltre a un più classico quintetto d'archi (usato spesso in modo tutt'altro che convenzionale), una tastiera elettrica, un sax alto, un clarinetto basso e una nutrita compagine di percussioni si incaricano di trovare colori vivaci e aggressivi, adatti a una vicenda che è al contempo surreale e malinconica, proiettata in un futuro indistinto.
 













giovedì 13 marzo 2014

"CIRCOLO CULTURALE LIRICO" dal 2004 ~ al 2023

- Circolo Culturale Lirico BOLOGNA -


Circolo Culturale Lirico Bologna

Anni 2004 ~ 2023

Domenica 15 Ottobre 2023 ore 16.00 Circolo Lirico  di Bologna (Bo)


Scilla Cristiano, soprano
M. Leoni baritono
L. Gallo basso
                                             
Pianoforte M° F. Ricci


SCILLA CRISTIANO



Il Circolo Culturale Lirico Bolognese ha organizzato nel corso degli anni diversi eventi, avvenimenti che comprendono concerti per ricordare un artista, per il santo Natale e/o opere eseguite al pianoforte; in molte occasioni il soprano  Scilla Cristiano è stata invitata ad esibirsi a fianco di diversi maestri, ricordiamo tra i tanti Leone Magiera, Leo Nucci, Dimitra Teodossiou, Bruno Praticò, Fiorenza Cossotto, Alessandro Corbelli ed Enea Scala, Paola Molinari, Giuliana Panza, Denis Biancucci, Fabrizio Milani, Ameseo Salvato,  e altri ancora. Il soprano Scilla Cristiano è stata invitata ad esibirsi per il 45° anno dalla fondazione del circolo lirico il 16 dicembre 2018.















 

























































martedì 11 marzo 2014

" L'IMPORTANZA DI ESSERE ONESTO" - 2005

- L'importanza di essere Onesto -


Commedia musicale in 3 atti tratta da The importance of being Ernest di Oscar Wilde.  Libretto di Paola Federici Bidinelli, Musica di Nicola Giusti

 




Teatro Comunale Ventidio Basso Ascoli Piceno

Novembre 2005

Prima esecuzione mondiale

Cecilia Cardew: SCILLA CRISTIANO
John Worthing (Jack): Paride Pandolfo
Agenore Moncrieff: Wolfgang Bunten
Lady Bracknell: Annunziata Vestri
Guendolina Fairfax: Angela Risi
Miss Prism: Lucia Mastromarino
Chasuble: Vincenzo Sarinelli
Lane: Danilo Serraiocco
Merriman: Riccardo Verdecchia

Orchestra Internazionale d'Italia
Direttore d'orchestra: Nicola Giusti

Direzione artistica Claudio Pugliese

Regia: Francesco Esposito 


 Primo atto - Il primo atto si apre a Londra nell'appartamento in Half-Moon Street di un giovane aristocratico, Algernon Moncrieff, nel momento in cui si presenta alla porta il suo amico di vecchia data, Ernest Worthing. Grazie ad un portasigarette dimenticato dall'amico la sera prima, tuttavia, Algernon scopre che il vero nome di costui è Jack Worthing: egli, abitando in campagna, finge di avere uno scapestrato fratello a Londra, il cui nome è Ernest, per poter condurre una vita di piaceri. In campagna infatti egli è il tutore della giovane Miss Cecily Cardew e in quanto tale deve assumere un comportamento moralmente ineccepibile. La piccola Cecily, come da lui viene chiamata, è la nipote di Mr Thomas Cardew, padre adottivo di Jack. A sua volta, Jack scopre che anche Algernon conduce una doppia vita grazie all'invenzione di un povero amico invalido, chiamato Bunbury. Comunque sia, Jack si trova in città per proporsi a Miss Gwendolen Fairfax, cugina di Algernon. Dichiarato il suo amore alla giovane, alla quale si presenta con il nome di Ernest, questa ricambia il sentimento; è sua ferma intenzione, però, sposare solo un uomo chiamato Ernest, in quanto quel nome le "procura delle vibrazioni" e ha un suono che scalda il cuore a sentirlo. Per ottenere il consenso al fidanzamento, Jack ha successivamente un colloquio con la madre di Gwendolen, Lady Augusta Bracknell, zia di Algernon; in questa occasione si viene a sapere che Jack è un trovatello: Mr Thomas Cardew lo rinvenì in una capiente borsa di cuoio dimenticata nel guardaroba di Victoria Station, Brighton Line. A sentire ciò, Lady Bracknell è indignata e nega il permesso per il fidanzamento, a meno che Jack non si trovi dei genitori entro la fine della stagione. Gwendolen non si scoraggia e chiede pertanto a Jack l'indirizzo della sua casa di campagna; Algernon, ascoltando la conversazione, si segna l'indirizzo, intenzionato a far visita alla piccola Cecily.


Secondo atto - Nel secondo atto la scena si sposta quindi in campagna nel giardino della Manor House a Wolton, nella dimora campestre di Jack, dove vive la giovane Cecily e la sua anziana badante e insegnante, Miss Prism. Algernon si presenta alla tenuta dichiarando di essere Ernest, il fratello scapestrato di Jack, e si innamora della giovane, la quale contraccambia; anch'ella è però intenzionata a sposare soltanto un uomo di nome Ernest, ritenendo, come Gwendolen, che esso abbia qualcosa di speciale. Quando Jack arriva costringe Algernon ad andarsene ma egli, intenzionato a fidanzarsi con Cecily, torna di nascosto. Nel frattempo, entrambi chiedono a Dr Chasuble, il reverendo della vicina chiesa, di essere battezzati.
Intanto anche Gwendolen, ancora invaghita e desiderosa di fidanzarsi con Ernest raggiunge la casa di campagna di Jack, dove incontra Cecily. Dopo qualche battuta le donne scoprono di essere fidanzate con quello che credono essere lo stesso uomo, ovvero Ernest. Dopo aver chiesto spiegazioni ai rispettivi fidanzati e scoperta la verità, si ritirano indignate nella villa, per poi però perdonare entrambi.

Terzo atto - Il terzo atto si apre con l'arrivo di Lady Bracknell alla tenuta, intenzionata a richiamare la figlia fidanzata con Jack. Avendo inoltre saputo che il nipote Algernon è intenzionato a sposare Cecily, dopo un rifiuto iniziale, concede il permesso al nipote una volta venuta a conoscenza dell'ingente rendita della giovane (centotrentamila sterline l'anno), ereditata dal nonno. È Jack tuttavia a negare il consenso per le nozze, sperando con questo di strappare a Lady Bracknell l'autorizzazione per il proprio matrimonio con Gwendolen. Tuttavia la donna è irremovibile, e tutto sembra concludersi, quando Dr Chasuble nomina Miss Prism: a sentire quel nome, la zia Augusta chiede di vedere immediatamente l'istitutrice. Si viene a scoprire che essa era un tempo alle dipendenze di Lady Bracknell come bambinaia e che un giorno, uscita con il neonato a lei affidato, non era mai più tornata: la carrozzina era stata trovata vuota e Miss Prism e il piccolo erano scomparsi. La governante confessa che quel giorno era uscita con una grande borsa di cuoio e che, in un attimo di distrazione, aveva riposto il bambino nella borsa, per poi dimenticarla nel guardaroba di Victoria Station a Londra, Brighton Line. Jack si riconosce nel neonato dimenticato da Miss Prism nella borsa e scopre di essere in realtà fratello maggiore di Algernon.
Scoperta la parentela, Lady Bracknell autorizza le nozze tra Jack e Gwendolen, ma rimane ancora il problema del nome: tra l'altro Jack, non essendo mai stato a conoscenza delle sue origini, ha un nome che non è il suo. Dato che la zia Augusta dice che questi era stato chiamato come il suo defunto padre (un generale dell'esercito inglese), di cui né lei né Algernon ricordano il nome, Jack consulta gli elenchi militari scoprendo che il padre, e quindi anch'egli, si chiamava effettivamente Ernest.