martedì 4 marzo 2014

"CARMEN" 2007

- Carmen -

Opèra-Comique in quattro atti di Henry Meilhac e Ludovic Halèvy

Musiche di Georges Bizet

Esecuzione in lingua Originale


Teatro "G.Magnani" di Fidenza  (PR)

Teatro Municipale di Carpi (MO)

Aprile 2007




Don Josè: Giorgio Casciarri
Escamillo: Domenico Balzani
Zuniga: Massimiliano Galli
Carmen: Renata Lamanda
Micaela: Serena Daolio
Moralès: Riccardo Di Stefano
Mercédès Cristina Melis
Frasquita: SCILLA CRISTIANO
Le Dancairo: Nicola Sette
Remendado: Maurizio Leoni

Nuova Produzione del G.P.M Tullio Marchetti
Orchestra Filarmonica del Teatro Magnani

Coro Renata Tebaldi, Coro di voci bianche "Ars Canto"

Maestro Concertatore e direttore d'orchestra Giuseppe Finzi

Regia Vincenzo Grisostomi Travaglini

Maestro del Coro Sebastiano Rolli
Atto I - Spagna. Il caporale Moralès cerca di attaccare discorso con Micaela, che sta cercando Don José, ma l'azione vera e propria inizia con una marcia che annuncia il cambio della guardia: alcuni bambini imitano le mosse dei soldati. Il caporale José dice al tenente Zuniga che, per quanto graziose siano le sigaraie della fabbrica, egli non ha occhi che per Micaela, sua sorella adottiva. Suona una campana: la folla di uomini anticipa l'arrivo delle operaie, che escono. L'elettricità della musica segnala l'uscita della zingara Carmen, bella sigaraia sospettata di contrabbando che diventa centro dell'attenzione generale. Canta una torbida Habanera (L'amour est un oiseau rebelle, È l'amore uno strano augello). Una citazione del motivo del fato la porta faccia a faccia con Don José, che non pare notarla. Carmen gli lancia un fiore e corre in fabbrica, lasciandolo a raccoglierlo proprio mentre torna Micaela; quest'ultima porta a José soldi e notizie di sua madre (Parle-moi de ma mère, Ah! Mi parla di lei) e assieme cantano un duetto ricco di incanto ma povero di passione. Urla dalla fabbrica. Qualcuno è stato accoltellato: da Carmen, si grida da una parte. Zuniga cerca di capire cosa sia successo, quindi invia José all'interno, che ne esce portando con sé Carmen; Zuniga ne dispone l'arresto. Rinchiusa in cella e legata, Carmen esorta José a lasciarla andare, perché, dice, egli è innamorato di lei (Près des remparts de Séville, Presso il bastion di Siviglia). José è indotto ad allentare i nodi e permette che la zingara si liberi dandogli una spinta e correndo via, aiutata dalla folla che trattiene i soldati.

Atto II - Siamo nell'osteria di Lillas Pastia, è trascorso un mese. Lì Carmen danza e canta con le amiche Mercedes e Frasquita (SCILLA CRISTIANO)(Les tringles des sistres tintaient, All'udir del sistro il suon). Entra Zuniga, che cerca di sedurre Carmen, ma viene interrotto dall'arrivo del torero Escamillo (Votre toast, je peux vous le rendre, Con voi ber, affé, mi fia caro). Anche il torero si fa sedurre da Carmen, che però lo respinge. Confidandosi con le amiche, Carmen confessa di essere innamorata di Don José, che arriva subito dopo, appena rilasciato dalla prigione dove era stato portato per averla aiutata a fuggire. Lì Josè le confessa il suo amore (La fleur que tu m'avais jetée, Il fior che avevi a me tu dato), ma vengono interrotti da Zuniga, che esorta il giovane a tornare nell'esercito. Josè si ribella e si prepara al duello ma Carmen chiama in aiuto i contrabbandieri che li separano. Capendo che non può fare altro, José si unisce a Carmen e ai fuorilegge fuggendo dall'osteria (Là-bas dans la montagne, Vieni lassù sulla montagna).






Atto III - L'atto terzo si apre sulle montagne dove si trova il covo dei contrabbandieri. Carmen e José ormai litigano frequentemente e la loro relazione è agli sgoccioli. Le carte predicono a Carmen una morte vicina e a Josè lo stesso destino, poco dopo lei. Subito dopo, non vista, entra Micaela alla ricerca di don José. Arriva anche Escamillo e José, geloso del rivale, lo sfida a duello ma vengono divisi da Carmen che ormai è conquistata dal torero. Micaela viene trovata nascosta tra le rocce e annuncia a José che la madre è in punto di morte: egli la segue, ma giura vendetta a Carmen (Ah! Je te tiens, fille damnée, Mia tu sei alma dannata).

Atto IV - Plaza de toros a Siviglia, è il giorno della corrida e la folla attende Escamillo che entra trionfante nell'arena. Carmen è ormai di Escamillo e non si cura degli avvertimenti di Mercedes e Frasquita: Don José è nei paraggi. Ignorando i consigli delle amiche, Carmen lo incontra e José supplica Carmen di tornare con lui. Agli sprezzanti rifiuti di lei, José la minaccia ma lei gli getta addosso l'anello che le aveva donato mesi prima (C'est toi? C'est moi!, Sei tu? Son io!). Mentre la folla applaude Escamillo vittorioso, accecato dall'ira, José uccide Carmen con una pugnalata e si consegna ai gendarmi.
- Pubblico entusiasta, per la prima dell'opéra-comique di Bizet, una produzione del Comune di Fidenza e del Gruppo Tullio Marchetti. E' stato un trionfo ieri sera il debutto, al Teatro Magnani, della Carmen di Bizet, una produzione del Comune di Fidenza e del Gruppo di promozione musicale Tullio Marchetti. La grande attesa che si era creata in città per la rappresentazione non è stata quindi delusa: l'opera si è rivelata un successo che ha premiato il valore storico, culturale e artistico dell'evento.
Il successo ha infatti coronato la prima rappresentazione storica sul palco fidentino dell'opéra-comique in quattro atti di Bizet, mai rappresentata al Magnani.
L'entusiasmo del pubblico ha premiato la scelta coraggiosa di riproporre Carmen in edizione critica, con un ritorno alla concezione originaria dell'opera, creata per un piccolo palcoscenico. Ripulito dai fronzoli e dagli eccessi con i quali la tradizione l'ha trasformata in una grande opera lussureggiante e stereotipata, l'allestimento fidentino è risultato intimo, più umano e altamente lirico. 
Eccellente la performance dei cantanti, applauditi a scena aperta dal pubblico.
Nel concertato di fine secondo atto, gli acuti luminosi e ben timbrati della SCILLA CRISTIANO spiccano sul quintetto

L'Orchestra filarmonica del Teatro Magnani e i cori Renata Tebaldi e Ars Canto sono stati magistralmente diretti dal maestro Giuseppe Finzi.
La regia di Vincenzo Grisostomi Travaglino così come le scenografie e i costumi di Artemio Cabassi hanno dimostrato come si possa realizzare un allestimento suggestivo e di qualità anche in un piccolo teatro, fedeli al principio che il buon teatro nasce dalla passione e dalla volontà, senza la necessità imperante di investimenti faraonici.



 
 


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