mercoledì 14 maggio 2014

"KLASSIK AM SEE" 2011

- Klassik am See -


Concerto per la Rassegna Estiva di Losheim am See

Luglio 2011 Losheim am See (Deutschland)



Soprano: Susanne Geb
Pianoforte: Bernd Glemser
Violino: Mirijam Contezen

Deutsche Radiophilhamonie Saarbrücken Kaiserslautern
Direzione M° Simon Gaudenz



Si è tenuto a luglio nella città  di Losheim am See, l'appuntamento annuale del concerto classico Open Air, con un programma all'insegna delle musiche da danza. Ad intrattenere il pubblico infreddolito dalle temperature non certo estive, ci hanno pensato i solisti Scilla Cristiano, Susanne Geb, Bernd Glemser e Mirijam Contezen, diretti dal giovane maestro Simon Gaudenz.
Come di consueto il concerto si è concluso con uno splendido spettacolo pirotecnico.




“Scilla Cristiano ließ ihre Sopran-Koloraturen glasklar perlen in Opernarien und -szenen von Gounod, Bellini und Giménez. Mit ihrer „schnellen Gurgel“ (Mozart) machte sie so mancher Primadonna Konkurrenz. 
            [Trad.: “Il soprano Scilla Cristiano ha fatto spumeggiare le sue limpide colorature in arie e scene d’opera di Gounod, Bellini e Giménez. Con la sua “gola veloce” (Mozart) ha fatto concorrenza ad alcune primedonne.”] (Helmut Fackler - Saarbrücker Zeitung, Juli 2011)


martedì 13 maggio 2014

"LA BOHÈME" 2006

- La Bohème -


La Bohème è un'opera lirica in quattro quadri di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

TOURNEE NORD EUROPA, Germania - Norvegia - Danimarca -

Ottobre Novembre Dicembre 2006


Musetta: SCILLA CRISTIANO
Rodolfo: Piero Pretti
Mimì: Lucia Dessanti
Marcello: Cuneyt Unsal
Schaunard: Miro Momeco
Colline: Plamen Kumpikov


Orchestra Filarmonica Bulgara di Pazardjik
Direttore Tamas Bolberitz
Regia: Corinna Boskovsky

Compagnia D'Opera Italiana di Milano
Schlote Productions Salzburg 


“... und der darstellerisch brillanten und makellos hohem Sopran singenden Musette (Scilla Cristiano)....” (Elisabeth Jost - Rhein-Zeitung, Oktober 2006)

 L'esistenza gaia e spensierata di un gruppo di giovani artisti bohémien costituisce lo sfondo dei diversi episodi in cui si snoda la vicenda dell'opera, ambientata nella Parigi del 1830.

Quadro I
In soffitta
La vigilia di Natale. Il pittore Marcello, che sta dipingendo un Mar Rosso, e il poeta Rodolfo tentano di scaldarsi con la fiamma di un caminetto che alimentano di volta in volta con il legno di una sedia e la carta di un poema scritto da quest'ultimo. Giunge il filosofo Colline, che si unisce agli amici. Infine il musicista Schaunard entra trionfante con un cesto pieno di cibo e la notizia di aver finalmente guadagnato qualche soldo. I festeggiamenti sono interrotti dall'inaspettata visita di Benoît, il padrone di casa venuto a reclamare l'affitto, che però viene liquidato con uno stratagemma. È quasi sera e i quattro bohémiens decidono di andare al caffè di Momus. Rodolfo si attarda un po' in casa, promettendo di raggiungerli appena finito l'articolo di fondo per il giornale "Il Castoro".
Rimasto solo, Rodolfo sente bussare alla porta. Una voce femminile chiede di poter entrare. È Mimì, giovine vicina di casa: le si è spento il lume e cerca una candela per poterlo riaccendere. Una volta riacceso il lume, la ragazza si sente male: è il primo sintomo della tisi. Quando gira per andarsene, si accorge di aver perso la chiave della stanza: inginocchiati sul pavimento, al buio (entrambi i lumi si sono spenti), i due iniziano a cercarla. Rodolfo la trova per primo ma la nasconde in una tasca, desideroso di passare ancora un po' di tempo con Mimì e di conoscerla meglio. Quando la sua mano incontra quella di Mimì ("Che gelida manina"), il poeta chiede alla fanciulla di parlargli di lei. Mimì gli confida d'essere una ricamatrice di fiori e di vivere sola ("Sì, mi chiamano Mimì").
L'idillio dei due giovani, ormai ad un passo dal dichiararsi reciproco amore, viene interrotto dagli amici che, dalla strada, reclamano Rodolfo. Il poeta vorrebbe restare in casa con la giovane, ma Mimì propone di accompagnarlo e i due, che dal "voi" formale del dialogo precedente, sono passati al "tu" degli innamorati, inneggiando all'amore ("Amor, amor") lasciano insieme la soffitta alla volta del caffè Momus.



Quadro II
Al caffè
Il caffè Momus. Rodolfo e Mimì raggiungono gli altri bohèmiens. Il poeta presenta la nuova arrivata agli amici e le regala una cuffietta rosa. Al caffè si presenta anche Musetta (SCILLA CRISTIANO), una vecchia fiamma di Marcello, che lei ha lasciato per tentare nuove avventure, accompagnata dal vecchio e ricco Alcindoro. Riconosciuto Marcello, Musetta fa di tutto per attirare la sua attenzione, esibendosi ("Quando men vo' "), facendo scenate ed infine cogliendo al volo un pretesto, il dolore al piede per una scarpetta troppo stretta, per scoprirsi la caviglia. Marcello non può resisterle e i due amanti, riconciliatisi, fuggono insieme agli altri amici, lasciando il ricco amante di Musetta con la scarpa in mano e il conto da pagare.

Quadro III

La Barriera d'Enfer
Febbraio. Neve dappertutto. La vita in comune si è rivelata ben presto impossibile: le scene di gelosia fra Marcello e Musetta sono ormai continue, come pure i litigi e le incomprensioni fra Rodolfo e Mimì, accusata di leggerezza e di infedeltà. Per di più Rodolfo ha capito che Mimì è gravemente malata e che la vita nella soffitta potrebbe pregiudicarne ancor più la salute; i due vorrebbero separarsi, ma lo struggente rimpianto delle ore felici trascorse insieme li spinge a rinviare l'addio alla primavera. Frattanto Marcello e Musetta si separano dopo una furiosa litigata.


Quadro IV
In soffitta
Ormai separati da Musetta e Mimì, Marcello e Rodolfo si confidano le pene d'amore. Quando Colline e Schaunard li raggiungono, le battute e i giochi dei quattro bohémiens servono solo a mascherare la loro disillusione. All'improvviso sopraggiunge Musetta, che ha incontrato Mimì sofferente sulle scale, ormai prossima alla fine, in quella soffitta che vide il suo primo incontro con Rodolfo. Musetta manda Marcello a vendere i suoi orecchini per comperare medicine, ed esce lei stessa per cercare un manicotto che scaldi le mani gelide di Mimì. Anche Colline decide di vendere il suo vecchio cappotto (“Vecchia zimarra, senti”), al quale è molto affezionato, per contribuire alle spese. Qui, ricordando con infinita tenerezza i giorni del loro amore, Mimì si spegne dolcemente circondata dal calore degli amici (che le donano il manicotto e le offrono un cordiale) e dell'amato Rodolfo. Mimì è apparentemente assopita, inizialmente nessuno si avvede della sua morte. Il primo ad accorgersene è Schaunard, che lo confida a Marcello. Nell'osservare gli sguardi e i movimenti degli amici, Rodolfo si rende conto che è finita e, ripetendo straziato il nome dell'amata, l'abbraccia piangendo.
D'improvviso, dopo aver bevuto pochi sorsi del distillato, Angelica è assalita da un angoscioso terrore: conscia di essere caduta in peccato mortale, si rivolge alla Vergine chiedendole un segno di grazia. E avviene il miracolo: la Madonna appare sulla soglia della chiesetta e, con gesto materno, sospinge il bambino fra le braccia protese della morente.

"SUOR ANGELICA" 2004

- Suor Angelica e rarità musicali Pucciniane -


Suor Angelica è un'opera lirica in un atto di Giacomo Puccini, su libretto di Giovacchino Forzano.

AUDITORIUM VERDI, MILANO

Aprile Maggio 2004


Suor Dolcina: SCILLA CRISTIANO
Suor Angelica: Chiara Taigi
La Zia Principessa: Annamaria Chiuri
La Badessa: Enkelejda Shkosa
La Suora Zelatrice: Diana Bertini
La Maestra Delle Novizie: Anna Luce Menichetti
Suor Genovieffa: Nicoletta Zanini
Suor Osmina: Lydia Easley
La Suora Infermiera: Diana Bertini
Una Novizia: SCILLA CRISTIANO
Due Suore Cercatrici: Lydia Easley, Suzuki Kaoru
Due Converse SCILLA CRISTIANO, Lydia Easley

Coro Delle Voci Bianche:  I Piccoli Musici
Direttore:  Mario Mora

Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Maestro del Coro  Romano Gandolfi
Direttore e Concertatore Riccardo Chailly
Il 30 aprile, il 2,4 e 6 maggio 2004 è andata in scena l'opera di Puccini Suor Angelica all'Auditoriom Verdi di Milano.
L’opera in un atto Suor Angelica è il quadro centrale del cosiddetto Trittico pucciniano. Subito dopo aver finito la composizione del Tabarro nel 1917, Puccini aveva cercato un soggetto adatto per continuare nell’impresa che infine trovò nella proposta da Giovacchino Forzano, autore anche del libretto del terzo pannello Gianni Schicchi. La prima rappresentazione ebbe luogo al Metropolitan di New York, nel dicembre del 1918, cui seguì, con due mesi di ritardo, la prima romana nel gennaio del 1919. Se il successo dell’atto fiorentino fu notevole, la vicenda di Suor Angelica in America non fu accolta con lo stesso entusiasmo ed ebbe anche in seguito qualche difficoltà di entrare nel repertorio dei teatri.

Atto unico
Trama:
L'azione si svolge verso la fine del XVII secolo, tra le mura di un monastero nei dintorni di Siena.
Da sette anni Suor Angelica, di famiglia aristocratica, ha forzatamente abbracciato la vita monastica per scontare un peccato d'amore. Durante questo lungo periodo non ha saputo più nulla del bambino nato da quell'amore, che le era stato strappato a forza subito dopo la nascita.


L'attesa sembra finalmente terminata: nel parlatorio del monastero Angelica è attesa a colloquio dalla zia principessa. Ma la vecchia signora, algida e distante, non è venuta a concederle il sospirato perdono, bensì a chiederle un formale atto di rinuncia alla sua quota del patrimonio familiare, allo scopo di costituire la dote per la sorella minore Anna Viola, prossima ad andare sposa. Il ricordo di eventi lontani ma mai cancellati dalla memoria e la possibilità di avvicinare una persona di famiglia spingono Angelica a chiedere con insistenza notizie del bambino.
Ma con implacabile freddezza la zia le annuncia che da oltre due anni il piccolo è morto, consumato da una grave malattia. Allo strazio della madre, caduta di schianto a terra, la vecchia non sa porgere altro conforto che una muta preghiera. Il pianto di Angelica continua, soffocato e straziante, anche dopo che la zia, ottenuta la firma, si allontana. Nel suo animo si fa strada l'idea folle e disperata di raggiungere il bambino nella morte per unirsi a lui per sempre. È scesa intanto la notte e Suor Angelica, non vista, si reca nell'orto del monastero: raccoglie alcune erbe velenose e con esse prepara una bevanda mortale.
D'improvviso, dopo aver bevuto pochi sorsi del distillato, Angelica è assalita da un angoscioso terrore: conscia di essere caduta in peccato mortale, si rivolge alla Vergine chiedendole un segno di grazia. E avviene il miracolo: la Madonna appare sulla soglia della chiesetta e, con gesto materno, sospinge il bambino fra le braccia protese della morente.


domenica 11 maggio 2014

"VOLO DI NOTTE" 2004

- Volo di notte -

di Luigi Dallapiccola, un atto unico su libretto del compositore, da Vol de nuit di Antoine de Saint-Exupéry


AUDITORIUM VERDI, Milano

Novembre 2004


Una Voce Interna: SCILLA CRISTIANO
Il Signor Rivière: Davide Damiani
L’ispettore Robineau: George Mosley
Il Pilota Pellerin e Il Radiotelegrafista: Mirko Guadagnini
Il Vecchio Caposquadra Leroux: Matteo Peirone
Primo Impiegato: Filippo Adami
Secondo Impiegato: Tiziano Bracci
Terzo Impiegato: Antonio Pannunzio
Quarto Impiegato: Luigi De Donato
La Signora Fabien: Michela Remor


Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico Di Milano Giuseppe Verdi
Direttore del Coro: Romano Gandolfi
Direttore: Kazushi Ono 



Luigi Dallapiccola, uno dei più importanti compositori del Novecento italiano, nasceva cento anni fa in Istria. Per ricordare il centenario del compositore si propone l'affascinante opera in un atto Volo di notte, la cui esecuzione (in forma di concerto) è affidata alla guida di Kazushi Ono



Nella Prima Parte del Programma della serata, Robert Schumann, Sinfonia N°4 In Re Minore Op. 120.
Trama:
Un aeroporto presso Buenos Aires, 1930 circa.
Il signor Rivière, direttore di una compagnia di navigazione aerea a Buenos Aíres, ha istituito i voli notturni per accelerare il traffico postale. Al calar della notte, mentre sta aspettando il rientro di tre corrieri, si intrattiene con il vecchio caposquadra Leroux disquisendo dell'amore e del tempo. Mentre i primi due corrieri arrivano sani e salvi, e il pilota Pellerin, di ritorno dal Cile, può raccontare del ciclone attraversato sorvolando le Ande, il pilota del corriere di Patagonia, Fabien, segnala d trovarsi in gravi difficoltà a causa di un uragano: scarsità di carburante e furia crescente degli elementi ne mettono seriamente in pericolo la vita
Tra gli impiegati si leva una discussione sul senso e la giustificazione dei voli notturni; Rivière, con fermezza, conferma all'ispettore Robineau la prossima partenze del corriere d'Europa. La moglie di Fabien, preoccupata per il ritardo del marito, viene a chiedere notizie. In un drammatico colloquio con Rivière, lo accusa di vivere soltanto per la sua idea, senza sentimenti umani: ella vede in Rivière il nemico contro il quale non è possibile reagire. Ma è la sola a intuire anche un'altra verità, sconosciuta a tutti fuorché a Rivière stesso: benché domini e sia temuto da tutti, egli è un essere infelice e senza amore, condannato alla solitudine
Via radio, il radiotelegrafista si mette in comunicazione con Fabien, ne ripete le ultime comunicazioni disperate, l'invocazione alle stelle: poi il silenzio. Sull'aeroporto si diffonde la notizia della caduta dell'aereo e della morte di Fabien. Gli operai e le maestranze si rivoltano e invadono l'ufficio di Riviere. Ma il tumulto si placa, come per incanto, quando questi ordina con voce ferma la partenza del corriere d'Europa. La massa è soggiogata: quegli stessi uomini che avevano poc'anzi pronunciato il suo nome con ferocia bestiale, ora lo ripetono con fervore quasi religioso. La volontà di Riviere ha vinto. Il corriere d'Europa parte. Tornato nel suo studio, un'altra volta solo, nel silenzio della notte egli rimedita amaramente le parole della signora Fabien: "Riviere il grande, Riviere il vittorioso, solo, trascina la catena della sua pesante vittoria"


martedì 6 maggio 2014

"MALOMBRA" 2005

- Malombra -


PRIMA RAPPRESENTAZIONE MODERNA

Opera in tre atti e un prologo dal romanzo di Antonio Fogazzaro, musiche di Enrico Bossi, libretto di Renato Simone e Luigi Orsini

 

Teatro Comunale di Bologna

Settembre 2005



La Fantesca Fanny: SCILLA CRISTIANO
Marina di Malombra: Lydia Easley/Roberta Pozzer
Corrado Silla: Masamitsu Fujimaki
Cesare d'Ormengo: Federico Longhi
Steinegge: Giuseppe Di Paola
Nepo: Ja-Hune Koo
La Contessa Fosca: Katarina Nikolic
il notaio: Antonio Marani
il Frate Medico: Ziyan Aften
l'Ombra di Cecilia: Mariantonia Marolda
la Fantesca Giovanna: Roberta de Iuliis
il barcaiolo Rico: Gohei Kohashi

Orchestra e coro del Conservatorio G.B. Martini di Bologna
direttore d'orchestra: Massimo Donadello


Regia: Massimiliano Briarava Cossati


E' andato in scena, al Teatro Comunale di Bologna , "Malombra", opera che porta la firma di Marco Enrico Bossi. O meglio, poema melodrammatico, come recita l' intestazione della partitura, per il cui allestimento si sono uniti il Conservatorio "Martini", l' Università, l' Accademia di Belle Arti, e il Comunale (repliche mercoledì 21 e venerdì 23 settembre 2005).
Si tratta della prima rappresentazione assoluta, e questo soprattutto perché l' autore non portò mai a compimento la sua fatica. Fu il figlio, Rinaldo Renzo Bossi a completare Malombra, opera, del resto, della quale lui stesso si era fatto promotore presso il padre. Sia l' uno, sia l' altro, del romanzo di Fogazzaro, da cui è tratto il soggetto e sul quale Renato Simoni e Luigi Orsini forgiarono il libretto, era rimasti affascinati. Bossi padre scrisse parole esaltate al romanziere, parlando di una "Malombra" che lo seduceva ed avvinceva, al punto da chiedergli il permesso di trasferirla sulle scene del teatro lirico. Correva l' anno 1908. Marco Enrico Bossi, all' epoca, era musicista di consolidata reputazione, e non solo entro i confini italiani (all' interno dei quali, peraltro, poteva vantare la non facile ammirazione di un Verdi). L' opera appariva, anche ad un musicista attento alla produzione cameristica ed apprezzato soprattutto per le sue fatiche organistiche, il genere di maggior importanza, e la conquista di un palcoscenico come quello della Scala (ove s' ipotizzava di allestire "Malombra") non poteva non attrarlo. Le cose andarono, però, diversamente. Il progetto si fermò al prologo, al primo atto e a parte del secondo, venendo infine accantonato nel 1912. Sarà Renzo Bossi a portare a termine "Malombra" nel 1944, sulla base degli appunti lasciati dal padre e cercando di essere coerente con quanto già esisteva, e domani finalmente andrà in scena



Lo spettacolo si svolge nell’ambito di un progetto culturale nato nel 2004 e promosso da Fondazione Teatro Comunale di Bologna, Conservatorio ‘G. B. Martini’, Università di Bologna e Accademia di Belle Arti, con l’obiettivo di offrire agli studenti l’opportunità di prendere parte attivamente a una grande produzione teatrale, collaborando con professionisti provenienti dal mondo del lavoro e dell’insegnamento. "Crediamo – afferma il Rettore, Pier Ugo Calzolari – che il pubblico che assisterà alla rappresentazione saprà apprezzare il progetto sviluppato da UniboCultura e potrà comprendere l’intento di questo Ateneo: fare cultura mentre si fa formazione, partendo dalla creatività dei giovani e della loro capacità di innovare".




"IL MATRIMONIO SEGRETO" 2006

- Il Matrimonio Segreto -


E' un dramma giocoso di Domenico Cimarosa su libretto di Giovanni Bertati, il quale a sua volta si basa sulla commedia The clandestine Marriage di George Colman the Elder e David Garrick..


Auditorium "Melotti" Primavera Operistica

Maggio 2006 Rovereto (TN)


Carolina: SCILLA CRISTIANO
Geronimo: Luca Gallo
Robinson: Guido Trebo
Elisabetta: Irene Oberosler
Paolino: Filippo Pina Castiglioni
Fidalma: Marco Petrolli

Ensamble Strumentale: Officina De Li Affetti
Maestro Concertatore: Marcello Defant

Regia: Eustachio Garofalo



Paolino e Carolina (SCILLA CRISTIANO), in preda a un impulso amoroso, si sono sposati in segreto da due mesi e fra ansie e sotterfugi si adorano senza potersi appartenere, il che accresce la loro tenerezza e il loro ardore. Paolino vorrebbe persuadere la sua sposina segreta alla fuga: ella però esita, se pur angustiata da mille pene. Intorno ai due innamorati si muove una piccola folla di personaggi della tipica comicità settecentesca: Geronimo, il padre di Carolina, sordo, avaro e ricco mercante (padrone di Paolino), il conte Robinson, ricco pretendente inglese, Elisetta, la sorella di Carolina, caratterialmente dispettosa, ambiziosa, aspra e maligna (la quale è stata destinata in nozze dal padre al conte Robinson), e la zia Fidalma, ricca vedova che ha investito i suoi capitali nelle imprese del fratello Geronimo, presa anch'essa da un'ardente passione per il giovane Paolino. L'intreccio s'aggroviglia ulteriormente e piacevolmente: il conte Robinson, che secondo i progetti di Paolino dovrebbe sposar Elisetta, appena vede Carolina s'innamora di questa e dell'altra non ne vuol più sapere. Geronimo protesta, ma Robinson gli propone di rinunciare a metà della dote se gli concede la mano di Carolina invece della mano di Elisetta. La rabbia di Elisetta e le dichiarazioni amorose di Fidalma a Paolino complicano ancor più la faccenda, quindi i due decidono di fuggire. Però la fuga non riesce, giacché tutto è scoperto, ma per fortuna tutto si sistema in lieto fine.



sabato 3 maggio 2014

"ARIE D'OPERA" 2005

- Arie d'Opera -

Concerto organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura di Jakarta e dall'Ambasciata Italiana


Teatro Gedung Kesenian Jakarta - Jakarta

Giugno 2005


Soprano: SCILLA CRISTIANO
Tenore: Massimiliano Barbolini
Mezzosoprano: Marta Moretto

Pianoforte: M° Stefano Colò




Concerto tenutosi il 3 giugno 2005 al teatro Gedung Kesenian Jakarta, è organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura di Jakarta e dall'Ambasciata Italiana in occasione del 478° anniversario della fondazione della capitale Jakarta.


Programma

- Massimiliano Barbolini, Donizetti - Elisir d'amore: "Una furtiva lagrima"
- Scilla Cristiano, Puccini - Bohème: "Sì, mi chiamano Mimi"
- Marta Moretto, Mascagni - Cavalleria Rusticana: "Voi lo sapete o mamma"
- Massimiliano Barbolini, Massenet - Werther: "Pourquoi me réveiller"
- Scilla Cristiano, Puccini - Gianni Schicchi: "O mio babbino caro"
- Marta Moretto, Bizet - Carmen: "Seguidilla"
- Cristiano-Barbolini, duetto - Donizetti: "Lucia di Lammermoor"
- Marta Moretto, Verdi - Trovatore:"Stride la vampa"
- Massimiliano Barbolini, Verdi - Rigoletto:"Questa o quella"
- Scilla Cristiano, Verdi - Rigoletto:"Caro nome"
- Marta Moretto, Bizet - Carmen: "Habanera"


bahasa Indonesia/ Indonesian language
"Jakarta memasuki usia 478. Usia yang panjang proses perjalanannya sebagai kota yang menjadikannya kota metropolitan. Siapa tak kenal Jakarta, siapa suru datang Jakarta, siapa tak mau tinggal di Jakarta. Itulah Jakarta kota yang kita cintai.
 Untuk itulah bulan Juni 2005 ini Gedung Kesenian Jakarta menggelar Jakarta Anniversary Festival III - 2005 dengan tema 'Jakarta Kota 1001 Budaya'. Memang, Jakarta menjadi pusat perkembangan seni dan budaya, sekaligus menjadi tempat yang inspiratif bagi lahirnya karya seni seniman-seniman Indonesia dan mancanegara.
 Jakarta Kota 1001 Budaya dihadirkan lewat pergelaran karya seni dari Belanda, Perancis, Vietnam, Australia, Spanyol, Italia dan Indonesia. Dari tari, teater, musik, pantomim, wayang orang, gambus, sampai pameran patung grup 3dimensi hadir sebagai perwujudan kebersamaan yang tertuang dalam nuansa expressive. Jakarta Kota 1001 Budaya. Itulah Jakartaku, Jakartamu, Jakarta kita semua.
Tiga penyanyi opera dari Italia, Massimilano Barbolini, Marta Moretto dan Scilla Cristiano, akan tampil secara bergantian dalam lagu-lagu opera karya komponis yang tidak asing lagi bagi pecinta opera di tanah air.

 DIRGAHAYU KOTA JAKARTA KE-478. Semoga tetap jaya.

Salam Budaya
Marusya N.F. Nainggolan, MA
Direktur"


english

"Jakarta is now reaching the age of 478. Such a long process of its journey has made Jakarta a metropolitan city. Who doesn't know Jakarta, who tells you to come to Jakarta, who doesn't want to live in Jakarta. That is Jakarta, the city that we love.
 For that very reason, in this month, June 2005, Gedung Kesenian Jakarta will present Jakarta Anniversary III - 2005 given a theme 'Jakarta, the City of 1001 Cultures' ('Jakarta Kota 1001 Budaya'). Jakarta has indeed become the center of art and cultural development as well as an inspirational place for the birth of art works by Indonesian and foreign artists.
 Jakarta, the City of 1001 Cultures will be presented through various performances of art works from Dutch, France, Vietnam, Australia, Spain, Italy, and Indonesia. From dance, theater, music, pantomime, wayang orang, gambus to a sculpture exhibition by Group 3dimensi will join the program as the manifestation of togetherness poured into an expressive nuance. Jakarta, the City of 1001 Cultures. That is my Jakarta, your Jakarta, our Jakarta.
Three Italian opera singers, Massimilano Barbolini, Marta Moretto, and Scilla Cristiano, will present by turns opera songs written by composers whom Indonesian opera lovers have known well.

HAPPY 478th JAKARTA ANNIVERSARY. Glorious may you always be.

Salutation of Culture
Marusya N.F. Nainggolan, MA
Director"