- La Traviata -
Melodramma in tre atti con Musica di Giuseppe VERDI su libretto di Francesco Maria PIAVE
Teatro Antonio Cagnoni
13 Marzo 2015 Vigevano (PV)
CAST
Violetta Valéry: SCILLA CRISTIANO
Flora Bervoix: Gosha Kowalinska
Annina: Emanuela Grassi
Alfredo Germont: Cristian Ricci
Giorgio Germont : Stefano Meo
Gastone, Visconte di Latorières: Andrea Bianchi
Barone Douphol: Andrea Goglio
Marchese d'Obigny: Nico Mamone
Dottor Grenvil: Guillaume Dussau
Giuseppe, servo di Violetta: Luca Favaron
Commissionario: Enrico Caporiondo
Coro: Elicona
Maestro del Coro: Luca Favaron
Direttore: Massimo Alessio Taddia
Orchestra "Giuseppe Verdi" di Parma
Regia: Paolo Panizza
Assistente alla regia: Anna Aiello
Allestimento: OPERA FUTURA
Organizzazione: Lukas Franceschin
Una lettura innovativa ma fedele alla tinta dell’opera verdiana maggiormente eseguita al mondo. Paolo Panizza crea una strategia visiva simbolica che utilizza ampie e suggestive proiezioni video: la gigantografia di una camelia, di una maschera, di una vetrata o di un varco sull’infinito alternati agli intensi primi piani live dei cantanti. Il video come mezzo per porre anche lo spettatore più distante dal palco a diretto contatto con le più intime emozioni dei cantanti nell’azione del dramma rappresentanto
Più che di un’opera parliamo di un mito. La traviata, Violetta, è un’icona tragica del riscatto. E’ la donna che tocca il fondo e trova nell’amore e in Dio la forza che solo le donne sanno trovare per cambiare il proprio destino e quello degli altri. Non c’è solo questo nel meraviglioso personaggio creato da Verdi. Personaggio anche biografico, come il poeta, il coro che all’unisono inneggia e poi deplora. C’è tutto in quest’opera. Il sentimento e la critica sociale, la lascivia e la catarsi, la morte e il nulla. “E’ spenta” si dice alla fine. E con Violetta si spegne la giustizia che ci aspetteremmo dal nostro buon agire. Nessuna speranza. Il Destino, la forza del destino è implacabile.
Non guarda in viso nemmeno alla giovinezza. Cosa c’è di più tragico? Il tutto raccontato con una musica forte, italiana, melodica, sentimentalmente autentica. Non è facile per un regista rendere tutto questo. Forse è anche sbagliato provarci. Dopo tante Traviate messe in scena, anche con altri grandi registi, è un momento in cui amo mettere in scena Violetta con i suoi bei costumi e con la sua semplice storia, senza arricchimenti stravaganti o distraenti scelte di denuncia. Trovo che l’opera di cui stiamo parlando sia attuale anche così com’è. Parla la musica. Parla il canto. Non amo però la tradizione polverosa e quindi preferisco giocare in un ambiente chiaro, pulito. Uno schermo teatrale per raccontare meglio il dramma. Anche perché abbiamo scelto un cast di giovani in carriera con ottime doti attoriali oltre che canore. A partire da Scilla Cristiano nel ruolo principale, continuando con il tenore Cristian Ricci che vanta anche importanti presenze nelle ultime stagioni areniane e il baritono romano Stefano Meo, che trovo strepitoso. Non cito qui tutti gli altri, alcuni dei quali giungono persino dalla Francia. Sarà la mia un’impostazione quindi “classica” e fedele al libretto, ma non scontata, già a partire dall’inizio. I bei costumi della Sartoria Arianna sono qui confezionati dal costumista Valerio Maggioni. Coreografie e ballo di Lino Villa. Dirige il maestro Massimo Taddia.
Questa Traviata a Vigevano è una scommessa. Io e la mia organizzazione Opera Futura siamo convinti che il pubblico di Vigevano meriti nel suo bel teatro una stagione d’opera, come un tempo aveva. Abbiamo quindi scommesso quest’anno nel proporre un secondo titolo, oltre al consueto appuntamento inaugurale offerto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
L’opera è il tipo di allestimento teatrale più costoso che ci sia e purtroppo non si può sempre offrire, ma d’accordo con il teatro abbiamo mantenuto i prezzi dei biglietti in linea con le altre manifestazioni, proprio per invogliare e agevolare il pubblico a seguire anche quest’evento fuori cartellone. Traviata manca a Vigevano da moltissimi anni e almeno una volta nella vita è un’opera che si deve vedere e che si deve conoscere. Pochi giorni dopo, inoltre, la Festa della Donna…
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